COSA FARE PER IL RILANCIO DELLA CITTÀ

Il territorio di Pordenone sta andando verso il declino? Di fronte a questo interrogativo le categorie economiche locali hanno espresso a più voci l’esigenza di superare le rassegnazioni, creando un fronte comune di “rilancio”. In effetti non mancano vari segnali di crisi. Sono in affanno industria e commercio. Si affacciano problemi di immigrazione e di decrescita demografica. Si avvertono difficoltà diffuse per istituzioni come la scuola e la famiglia. E, più in generale, fanno riflettere fenomeni come la disaffezione verso la partecipazione politica, l’appannarsi di valori sociali condivisi e, insieme, un senso di sfiducia verso il futuro personale e collettivo.

Cittadino presente e impegnato socialmente da oltre quarant’anni a Pordenone, sono spinto a segnalare un aspetto che credo fondamentale e urgente per un arricchimento specifico della qualità di vita nel territorio. Riguarda la cura dell’educazione: un tema per lo più lontano dai progetti della politica, anche perché implicante scelte di rara lungimiranza.

James Heckman, esperto dello sviluppo umano e premio Nobel di economia nel 2000, ha messo in luce un fatto di grande rilevanza socio-culturale. Si è chiesto, insieme a un gruppo di altri ricercatori, quale futuro erediteranno i nostri figli. Su questo interrogativo ha condotto un numero enorme di ricerche, raccogliendo un quantitativo impressionante di dati interdisciplinari. Le sue conclusioni sono queste: il futuro della nostra cultura è legato inscindibilmente a sistemi di istruzione e di educazione, soprattutto familiare e a livello di infanzia. In particolare, concludeva, la prima infanzia possiede un’influenza determinante sulla salute, sui processi economici e sociali dei singoli individui e, di conseguenza, dell’intera società.

Istruzione e formazione educativa sono strettamente congiunte. L’educazione è uno stimolo di base per la motivazione all’apprendimento e la crescita culturale. Ed è all’interno di un clima educativo positivo che si formano individui equilibrati aperti ai valori, capaci di orientarsi verso future responsabilità. Di fronte ad aspetti di crisi della società attuale e, di riflesso, per i figli che l’abiteranno domani, l’educazione costituisce una promozione di valore primario e una forma di vera prevenzione principe.

Di Pordenone è stato chiesto: “La gente dov’è?”. Si può rispondere: “Sulla necessità e le iniziative di educazione non mancano né idee né persone disponibili ad impegnarsi”. Le urgenze formative sono evidenti: per insegnanti, che come educatori mediano saperi e formazione alla vita; per genitori, spesso disorientati ma guide insostituibili nella maturazione individuale e relazionale dei figli; per studenti, come soggetti chiamati ad essere protagonisti delle esperienze di apprendimento e di preparazione al futuro professionale e sociale.

Resta aperta l’attesa che la causa dell’educazione ottenga l’interesse che merita. Ma per questo sarà necessario che pubblico e privato si muovano congiuntamente, con fiducia reciproca, capaci di rendere effettivo il principio della sussidiarietà sociale. E per i responsabili sarà necessario un senso di speranza e di preveggenza coraggiosa.